VOLUME 29 - NUMBER 10 - 2008

Un caso di epatocarcinoma trattato con chemio-embolizzazione arteriosa transcatetere con sopravvivenza di 11 anni


  • Iozzino M., Spaziani E., Saltarelli A., Notarianni E., Di Filippo A., Picchio M., Ceci F., De Angelis F., Cipriani B., Nardecchia G., Nicodemi S., Stagnitti F., Cianni R.
  • Metodi, tecniche, farmaci, 432-436
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  • Versione Italiana: Il carcinoma epatocellulare (HCC) rappresenta quasi il 90% di tutti i tumori epatici, la quarta neoplasia più comune nel mondo e la terza causa di morte. L’aumentato rischio di HCC è stato associato all’infezione epatica cronica da HBV e HCV. Il trapianto di fegato (LT) rappresenta il gold standard nel trattamento del “piccolo” HCC in paziente cirrotico, in classe A di Child-Pugh. Il principale ostacolo al trapianto è la scarsità dei donatori. La resezione epatica (HR) è indicata nei pazienti con nodulo unico in classe A di Child-Pugh. Negli ultimi 20 anni le procedure ablative percutanee e transcatetere hanno rivoluzionato il trattamento dei tumori epatici primitivi e metastatici non resecabili. Gli Autori presentano il caso di un paziente di 61 anni cui viene diagnosticato, durante il follow-up per neoplasia vescicale, un HCC su fegato cirrotico (classe A di Child-Pugh). Per l’età e il pregresso carcinoma vescicale, il paziente non era eleggibile per LT e d’altra parte rifiutava l’intervento di HR, per cui gli veniva proposta la chemioembolizzazione associata a termoablazione e tamoxifene. Le procedure sono state ben tollerate. Il decorso è stato caratterizzato da una fase di progressione locale della malattia, cui ha fatto seguito una regressione con diminuzione del numero e delle dimensioni delle lesioni epatiche. Nonostante l’HCC sia una neoplasia a prognosi molto sfavorevole, nel caso riportato il paziente è in buone condizioni generali a 11 anni di distanza dalla diagnosi, nonostante la persistenza locale di malattia.

    English version: Hepatocellular carcinoma (HCC) is the most common malignancy of the liver and the third most common cause of cancer mortality worldwide. The major risk of developing HCC is associated with HBV and HCV hepatitis. Liver transplant (LT) is the gold standard for “small” HCC (HCCs) in Child-Pugh class A cirrhotic patients. However its use has been restricted by the severe shortage of donors, so that hepatic resection (HR) is often performed in these patients. In the last two decades image-guided interventional catheterization and ablative regional treatment procedures have revolutioned the therapy of unresectable primary and secondary liver tumors. The Authors present a case of a 61-years old man with Child-Pugh class A HCCs. The age and the previous history of bladder carcinoma made the patient not suitable for LT. The patient refused HR so that transarterial chemoembolization combined to thermoablation therapy and oral intake of tamoxifen were proposed. Patient’s tolerance to the treatments has been good. During 11-year follow-up there was earlier intrahepatic progression of the tumor followed by reduction in size and number of the lesions. In spite of the scarce prognosis, chemoembolization and immunotherapy allowed to achieve a satisfactory local control of disease in our patient and guaranteed a good quality of life at long-term follow-up.

  • KEY WORDS: Epatocarcinoma - Chemioembolizzazione arteriosa transcatetere - Tamoxifene. Hepatocarcinoma - Transcatheter arterial chemoembolization - Tamoxifen.